Estate Rover 2015
ossia il bene confiscato “Selva Lacandona”a Chiaiano, Napoli, a due passi da Scampia, per tentare di dare il nostro contributo alla lotta alla camorra perpetuata da Libera(naturalmente tutto ciò DOPO il mare, perché l’adagio”Prima il dovere e poi il piacere”è ormai antiquato, diciamocelo). Dopo un’altra giornata di Cotral e amici, siamo arrivati nel pomeriggio ed abbiamo montato le tende, ma solo dopo aver conosciuto gli altri venuti ad aiutare: un enorme gruppo di gente di Bari ed un ragazzo di Napoli, con cui abbiamo passato le giornate successive.
Ma prima di andare a dormire, ecco che Ciro, un membro di Libera, ci racconta la storia della sua associazione e di questo bene dove stavamo per iniziare a lavorare, dei problemi, delle paure provate, ma anche, soprattutto, del coraggio di affrontarle ed andare avanti. Eccoci allora al primo giorno di lavoro, chi al pescheto, chi al recinto e chi in cucina, a dare ognuno la sua mano, conoscendo gli altri che erano con noi. Arrivato il pomeriggio siamo andati a Scampia a sentire la testimonianza di una signora, e di come avesse combattuto a modo suo la camorra per tanti anni, insieme a Libera. Salutata l’energica donna, ci siamo diretti a Scampia per visitare una piccola scuola pomeridiana per ragazzi delle elementari/medie, in una vela. L’esperienza è stata toccante, e ci ha fornito una chiara visione della situazione del posto. Tornati abbiamo cenato e riflettendo su ciò che avevamo fatto ed appreso, ecco che arriva l’ora di dormire. Passa un’altra mattinata di lavoro tra roncole e decespugliatori ed arrivata l’ora di pranzo, ci riposiamo un po’prima di sentire altre testimonianze, una ragazza la cui madre fu vittima innocente di mafia, un uomo che gestiva una casa famiglia, ed un signore che aveva combattuto con successo contro la creazione di una discarica. In quel pomeriggio capimmo quanto il problema della camorra sia ampio e tocchi tutti, sotto aspetti che potevamo non immaginare. Ceniamo con queste riflessioni ancora in mente, ma poi è ora di riposarsi per ricaricare le energie.
Arriva quindi il penultimo giorno di campo, ci dirigiamo tutti a Napoli per vedere la città, vediamo Piazza del Plebiscito e poi ci dirigiamo ad un castello sul mare, che(aimé!) era in orario di chiusura, e ci siamo dovuti accontentare di vederne le mura. Quindi cena in città in un ristorante noto al buon Ciro, e ci si dirige di nuovo verso il campo, e a causa di alcuni disguidi col Cotral del campo eccoci a camminare diretti verso il bene. La sera mentre si verifica ecco che molte pentole a pressione scoppiano: molti hanno rilevato problemi e fastidi, tra membri del nostro gruppo ed altri, ed all’improvviso il caos si impadronisce dell’attività, abbattendo in molti casi il voto dato alla giornata. L’ultimo giorno abbiamo pulito il campo, perché la sera ci sarebbe stata una grande festa con tanto di discorso del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. La festa è passata in un attimo, tra un bicchiere di vino prodotto nel bene e qualche ballo di gruppo. Ecco che la mattina dopo abbiamo di nuovo gli zaini in spalla, e prendiamo l’ennesima serie di Cotral per tornare a Nettuno, dove tutto è iniziato, rivelando i vari custodi tra lo stupore di certi e le previsioni azzeccate di altri. Alla fine del campo, ci guardiamo indietro e considerandolo nel suo insieme, è andato alla grande! Forse fare prima il lavoro e poi il riposo avrebbe aiutato, ma in ogni caso è stata un’esperienza fantastica, su questo tutti sono d’accordo!