“Legature”
1978
“Ma a che servono le legature?”
Guardavo perplesso il caporeparto, tenendo in mano un pezzo di corda con la quale avrei dovuto legare due pezzi di legno. In sede, preparandoci alla prima uscita nella quale avremmo dovuto testare le nostre nuove competenze di pioneristica. Accanto a me Alessandro, l’uniforme troppo piccola per il suo fisico invadente. Appena più in la Marco, il capo squadriglia, ci osservava divertito.
La mia risposta fu la più semplice possibile. “Le legature servono a tenere insieme due filagne”. Il tono era quello dell’ovvieta’.
“Servono a legare anime, tonto!”
Continuai a guardarlo perplesso.
1991
Ero abbastanza nervoso. In fondo era il mio primo campo da Caporeparto e c’era da montare un sacco di cose. Tende, tavoli, alzabandiera. E io sono sempre stato un pessimo pioniere. Contavo su dei ragazzi in gamba, Massimo, Paolo, Giacomo… e sull’esperienza di Enzo che mi sembrava per nulla nervoso.
“Ma a che servono le legature?”
La domanda mi colse di sorpresa, come in flashback mi rividi esploratore, con l’uniforme di diverso colore intento a costruire qualcosa. “Servono a far stare in piedi un tavolo. Considerando che staremo qui dieci giorni sarà meglio che le facciamo bene!” . Ma non ero troppo convinto di aver dato la risposta giusta.
2015
Altipiano della Renga.
Quando arriviamo ci fermiamo a guardare da lontano il campo. Le uniformi si confondono con il colore dei prati, un filo di fumo si alza da un braciere. Si intravede Daniele, il caporeparto, che ci ha invitato a passare una giornata con loro. Da genitori, per vivere una piccola parte dell’esperienza dei nostri ragazzi.
Appena arrivato montiamo le nostre tendine, 5 minuti per tirare su un igloo. Un piccolo campo, siamo parecchi. Poi scopriamo di dover costruire il nostro angolo, ci aspettano filagne e cordini. Qualcuno di noi ha un po’ di esperienza e supplisce alla mia scarsa vena pioneristica. Mauro e Tiziana hanno mani veloci e sicure, lentamente mi ricordo come si fa una legatura quadra. Tiziana mi suggerisce “strozzala, ora”. Mi giro. Non è più Tiziana, è Valeria, Aquile Roma3 dei primi anni 90, Cieli Aperti Orizzonti Lontani il loro grido. Mauro è diventato Marco, il mio caposquadriglia in uniforme cachi, e io imparo di nuovo, facendo. Se mi giro vedo facce antiche tra i nuovi amici.
Ecco a che servono le legature. A legare anime, anno dopo anno, a tenerle insieme.
Carlo M.