Ma tu, AI BOYSCAUT, accendi il fuoco con le pietre?
Ciao a tutti! Comincio con un saluto perché ci sono talmente tante cose che vorrei raccontare che non so proprio da che parte cominciare. Forse sarebbe meglio partire dall’inizio, voi che dite? Io sono Flavia, sono nuova, vengo da un gruppo AGESCI ed ho fatto già un anno di reparto. Ho poi deciso di prendere un’altra strada, ho coinvolto dei miei amici ed eccomi qui! Credo di parlare a nome di tutti se dico che questa uscita appena passata è stata davvero indescrivibile, naturalmente in senso positivo. Sabato pomeriggio siamo partiti da Genzano, dal palazzetto dello sport e siamo arrivati a Lanuvio, al Ciampacavallo. La camminata non è stata esagerata come quella dell’uscita precedente ed è stata piacevole.
Il posto è bello, ci ero già stata più volte. Appena arrivati ci siamo messi all’opera e abbiamo montato le tende mentre altri facevano legna, anche se non ce n’era moltissima.
L’ambientazione dell’uscita era “Isola nel Triangolo delle Bermuda”. Dovevamo partire per andare a Santo Domingo, ma poi l’aereo, attraversando una tempesta, è uscito dalla rotta, è entrato in avaria ed è precipitato in mare dividendosi a metà. Ci siamo ritrovati come naufraghi su un’isola deserta. A quanto pare, sull’isola non eravamo soli e dovevamo spiegare agli individui che la abitavano che eravamo brave persone utilizzando il linguaggio delle immagini.
Ogni pattuglia ha reso l’idea nel modo che credeva più corretto. Successivamente noi nuovi dell’ AGESCI abbiamo ricevuto i fazzolettoni e ci siamo sentiti finalmente parte del gruppo.
Durante la cena abbiamo scoperto che l’isola era effettivamente popolata da un altro individuo. Era un naufrago come noi, capitato sull’isola anni fa durante una regata in braca a vela. Matteo sarà un nuovo capo dello staff. Ho notato che molti dei “più anziani” lo conoscevano già, altri come me si sono limitati a sorridere. Durante il fuoco serale Matteo ci ha fatto conoscere diverse cose davvero interessanti su B.P. e di quando si trovava a Mafeking per la guerra.
Al fuoco serale dovevamo anche portare qualcosa che ricordasse l’avventura che avevamo vissuto fino a quel momento cambiando il testo di una canzone e cose simili. Noi Tigri abbiamo modificato le parole della canzone del campo nazionale ed è venuta benissimo! Abbiamo fatto anche dei giochi di Kim (quelli dei 5 sensi).
Alla fine del fuoco abbiamo fatto una staffetta con una candela (uno camminava con una candela accesa in mano facendo attenzione a non farla spegnere. Se si spegneva si doveva ricominciare da capo) e poi siamo andati a dormire.
La mattina seguente, dopo la ginnastica e la colazione, abbiamo imparato nuove tecniche per accendere il fuoco, utilizzando anche l’acciarino medievale, così quando mi chiederanno “Ma tu AI BOY SCOUT accendi il fuoco con le pietre?” risponderò di sì.
Purtroppo noi Tigri non siamo state proprio il top ad accendere il fuoco, ma in compenso alla gara di cucina che abbiamo fatto subito dopo sì.
Ogni pattuglia doveva cucinare un piatto a base di pesce e noi abbiamo scelto l’orata al cartoccio. Sarà stata la fame ma era buonissima!
Dopo circa una mezz’oretta di tempo libero, in cui abbiamo smontato le tende e lavato le pentole, abbiamo giocato a palla avvelenata, un gioco in cui io sono particolarmente negata, come del resto in tutti quanti i giochi di squadra.
Alla fine della riunione i capi pattuglia hanno fatto la promessa da capi.
E’ stata davvero una bella esperienza.
In fondo però lo scoutismo è questo: fare delle esperienze tutti insieme che si ricordano per tutta la vita.
Flavia T. – Pattuglia Tigri
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