Arrivo in piazza un po’ agitato, sono in ritardo, ed io odio essere in ritardo! Passo velocemente in cerca di un parcheggio provvisorio tanto per scaricare la macchina. Mi fermo, scendo dall’auto e mi avvicino. Il colpo d’occhio mi tramortisce. Un gruppo di ragazzi con la camicia verde e i pantaloni di velluto marrone si muovono indaffarati come formiche. Quei colori mi fanno sentire come un profugo che torna a casa dopo un lungo e doloroso esilio. Sono finalmente tra la mia gente. Mi avvicino e comincio a distinguere i volti e le persone. L’uniforme, uguale per tutti, ne esalta i tratti. Non mi ero mai accorto di quanto fossero belli i nostri esploratori e le nostre esploratrici.
In queste condizioni psicofisiche comincia nel fine settimana del 25 Aprile, il primo San Giorgio della Sezione C.N.G.E.I. di Ariccia.
Guidati dal capo reparto, zaini in spalla, si affronta subito la parte più dura del tragitto che si dipana tra le strade di Ariccia fino al Palaghiaccio. Non so se sono i miei 50 anni quasi suonati o la mancanza di allenamento, ma lo ricordavo più facile. Finita la ripida salita, si svolta in direzione Galloro, dove prenderemo, finalmente, il sentiero nel bosco che ci porta alla prima sosta. Sosta nella quale, come in un’apparizione, verrà individuato il ramo che diverrà la “forcola” di compagnia. Provo uno strano senso di orgoglio nel pensare di esserne parte. Si riparte spediti verso le Piagge per il meritato riposo/pranzo. Qui ci siamo accampati centinaia di volte noi “vecchi dell’Ariccia 1”. Qui ho passato la mia fanciullezza e la mia adolescenza, piantato la mia prima tenda, acceso il mio primo fuoco. Il posto però e cambiato notevolmente, tanto che oggi non sarebbe possibile accamparsi qui. La mia attenzione è quindi sul presente, su Daniele che ripassa le tecniche di orientamento, i punti cardinali, l’uso della bussola e delle mappe, (non nascondo che ne avevo bisogno anch’io). Le nozioni vengono subito messe in pratica: ai ragazzi viene consegnata una busta con le indicazioni per raggiungere Fontan Tempesta e disegnare una “Mappa rettificata” del percorso, con indicate sia specie botaniche che i punti di riferimento osservati. Consegna elaborati e ripartenza intorno alle 16.00 per la destinazione finale, attraverso un sentiero che ci porterà all’Acero. Arrivati a destinazione, le pattuglie preparano il loro angolo, montando il campo e raccolgono la legna per il fuoco serale, organizzandosi autonomamente. Stessa cosa fanno i senior della Sezione.
Ad aspettarci troviamo alcuni dei “vecchi scout dell’Ariccia 1”, in particolare i f.lli Franco e Giovanni Iacobini e Nazzareno Iacoangeli (tutti miei ex capi. quanto li ho fatti patire….). Chiamiamo telefonicamente mio padre Valentini Roberto per permettergli di essere presente almeno con lo spirito. Mi sento un privilegiato. Sono l’unico, per ora, del vecchio gruppo ad essere inserito nel nuovo. Una specie di anello mancante in carne ed ossa.
Celebriamo insieme l’alza bandiera. Vengono quindi distribuiti gli incarichi di ptg (animazione, fuoco, cerimonieri, momento spirituale,ecc.ecc.ecc.). Cena trappeur di ptg. per i ragazzi, momento comune per senior e capi.
La serata prosegue con il Fuoco serale comune reparto e senior, con animazione e “prova generale spot” preparati per ptg. Proseguo il mio percorso senior che mi permetterà di divenire membro effettivo del gruppo. Trovo veramente molto “giusto e saggio” che si richieda agli adulti di essere pienamente consapevoli dei valori e dello spirito scout. Segue il gioco serale con acerrime battaglie nel bosco tra i ragazzi.
Dopo la chiusura del fuoco segue veglia d’armi per Cristian, esplò prossimo alla promessa, e fuoco comune capi reparto e senior.
Domenica mattina sveglia dopo una rigida notte. Toletta e colazione, momento spirituale, inizio realizzazione percorso hebert da parte del reparto.
Arrivo del branco. I lupetti sono sempre portatori di gioia e spensieratezza.
L’apertura ufficiale della giornata di sezione inizia con la promessa di Cristian (esploratore), di Deborah(senior) e il lancio dell’ambientazione della giostra medievale ”scout e cavalieri, oggi come ieri”.
Giornata ricca per le branche: gara di cucina per gli esplò, Fiore Rosso per i lupetti. Il fiore rosso riesce solo in parte: i lupetti mi scalpano prima dell’arrivo di Akela. Li ho sottovalutati o, peggio, ho sopravvalutato me stesso.
La gara di cucina è molto divertente. I ragazzi non devono averne fatte molte, sono un po’ impacciati e non propriamente a loro agio. Sbagliano tutti il sale sui primi, anche se devo notare originalità e perizia non comune. Meglio i secondi, anche se due ptg presentano quasi lo stesso piatto. Tutti ottimi i dolci. Veramente difficile scegliere il migliore. Il torneo riprende con il percorso hebert e la giostra (un esplò come cavallo, ed un lupetto come cavaliere). Nel quadrato finale, dopo il rinnovo della promessa per tutti e la promessa dei senior, ricevo il mio fazzolettone e posso sfoggiare il porta-fazzolettone costruito nei giorni precedenti, come da tradizione di famiglia.
Ora, anche ufficialmente, sono un membro scout del gruppo di Ariccia. Una rinascita.
Ammaina bandiera, fine campo, tutti a casa.
Una due giorni trascorsi tra passato e presente, con la certezza di un futuro pieno di emozioni e sentimenti veri, insieme a ragazzi ed adulti che non temono di mettersi in gioco e di vivere la vita a 360°.
Attilio
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